Scrostate emozioni mi aspettano all’ uscio, affronto quesiti fragorosi, mi crogiolo in bisbigli premurosi.
S’alza l’ invisibile e dimentico ogni fragilità, sorpasso la mite ritualità mi elevò all’impossibile.
Oscillo nel pendolo della vita.
Mi alimento di attimi di compassione, sfoglio pagine di un libro sbagliato,
imbratto muri di meditazione.
Macino preghiere ammalorate caparbia di esistere, in situazioni esagerate. imparo a non rinunciare.
Così si destituisce l’impronta maestosa del tempo, ove talvolta si è osannati talvolta si è scippati.
20/03/2023 ( In bisbigli premurosi c’ è
l’ incanto di un amore puro, quello verso se stesso, ci si affida alla preghiera, si imbrattano muri di speranza per destituire l’ impronta del tempo che scorre, osannando e scippando l’ anima della propria essenza.
Che tu possa perdonare la tua fragilità e i limiti altrui e poi riuscire finalmente ad apprezzare la tua bellezza non per le sue forme, ma in ogni sua forma.
Usare le tue mani non più per difenderti dalle brutture del mondo ma per accarezzare te stessa e per donarti tutta la tenerezza che ti è stata negata.
E che tu possa comprendere che la vera armonia non risiede in quell’immagine del tuo corpo che vedi allo specchio, ma risplende in mille modi diversi di quell’amore immenso che con tutta te stessa, ostinatamente, sei ancora capace di donare.
15 marzo 2023: Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per la lotta contro i disturbi del comportamento alimentare.
I volti in cui non esisto mi appaiono come fantasmi fuligginosi, congelano agghiaccianti lacrime.
Vivo in bianco e nero nei sorrisi sfioriti, i colori son come baluardi mi ritagliano il viso, in me si manifesta uno sfogo improvviso.
Qualcosa urla convinto, mi ruggisce dentro. È il mestiere di crederci ancora.
Ho pensieri che baciano il sapore di una notte oscura, con il mio io faccio a botte, intravedo il faticoso livore del vivere, nuove, impertinenti paure, sussurreranno poderose sfumature.
Saprò contemplare il vuoto è sarà amore.
Un giorno accarezzero’ l’armonia, ora si apre in me il desiderio di follia, mi regalo un colorato bouquet dall’ intenso profumo dell’ironia, quatto, quatto fa dimenticare l’ inquietante malinconia.
13/03/2023
(Ci sono momenti in bianco e nero che non fanno vedere i colori, devono essere superati con l’ intenso profumo dell’ ironia, dimenticando le agghiaccianti lacrime e i volti fuligginosi)
Il cuore lo sa. Sa che non bastano le parole a spiegare l’amore perché dentro ad esso ci sono infiniti sogni da inseguire e viaggi tra le stelle che non puoi spiegare. Che ogni pensiero ti porta sempre nella stessa direzione per perderti dentro occhi che ti guardano in un modo che non puoi spiegare. Che sentirai battiti di cuore all’unisono e i istanti di pura follia che non puoi spiegare. Che ciò che vivi è tutto quello che c’è da dire perché l’amore è così. Arriva senza un perché e il cuore sa già che non esiste una ragione da dover spiegare.
Sfiora con occhi confusi i biechi minuti, i colpi pungono come spilli, tu, zampilli da una fonte pura anche quando vacilli.
Volteggia liberamente nel mondo, accogli il fondo tra le fessure e i vernacoli libra serenamente.
C’è sempre un sogno vero anche in un periodo nero, il sole sorgerà,
ovunque, potresti essere esaltato e umiliato da chiunque.
Alza il tuo silenzio contro le soglie del vuoto, non incensare te stesso, rimani un ignoto.
Ti affanni?
Procedi con reticenza, abbi pazienza! ripulisci con profonde occhiate adornati di ali dorate.
Occorre traccheggiare come un giocoliere distratto con affanno civettuolo, se sei in pena avvolgiti in un lenzuolo, sii della vita, innamorato, come un angelo alato.
Tra gli abbondanti cavilli, sii te stesso, resta a guardare gli aquiloni cuciti nei fianchi della vita.
06/03/2023
( La vita è un viaggio frugale, ogni viandante dovrebbe viversi il suo gettone di presenza pienamente, come un giocoliere distratto, anche quando è necessario traccheggiare, la vita è una sfida! )
I fiori ci insegnano che a un certo punto della nostra vita occorrono radici solide di chi ha lottato per attraversare tempeste e la pazienza dei momenti in cui, piegati dalla furia del vento di burrasca, bisogna attendere fino a che esso smetta di soffiare. E poi a rialzarsi, con foglie e corolle più forti e rigogliose di prima, per donare al mondo tutta la propria bellezza e per risplendere ancora di quell’amore capace di inebriare di profumo tutto il creato.
( Una dedica a tutti i genitori, che con gli anni diventano sognatori, dovrebbero sempre ricordare che per i figli sono *ciceroni*, riferimenti in eterno)
E forse è proprio così che succede. Che siamo così presi dal vivere nell’eterna attesa di qualcosa o di qualcuno, da non renderci conto che accade sempre un evento inaspettato. Qualcosa che potrebbe cambiare tutto e che invece diamo per scontato, senza pensare minimamente che quell’unico momento della nostra vita potrebbe essere irripetibile e unico.
Ci sono parole che sono pugni al cuore non sono i gesti a lasciare i lividi è la cattiveria che fa venire i brividi.
Per pronunciare le parole è necessario un istante non serve un pensiero pensante basta un muscolo andante per far tribolare la sensibilità altrui soprattutto nei periodi bui.
La parola è un macete, distruttivo costruttivo, non è un fonema è una sensazione che trema, è ferro o piuma è un’ essenza che profuma che lentamente si consuma.
La parola non è soltanto conversazione, è manifestazione di se stesso prima di pronunciarla chiedi il permesso, fa che ci sia nesso tra cuore e ragione, può far di te uno zuccone o un cialtrone non dire per esibizione; riflessione è un parolone, il dire muta l’ altrui percezione.
Le parole non sono menzioni scaturiscono emozioni e lasciano profondi aloni.
30/01/2023
( Inventare o offendere è un istante, basta cambiare un’ espressione per ferire la sensibilità altrui)
La vita è qualcosa di prezioso è un punto luce miracoloso è difficoltà è serenità è sostanza non è apparenza è equilibrio misterioso.
La vita è amore e passione è atmosfera surreale, la vita si vive a tutto tondo, è una grande batosta è delusione si può toccare il fondo, nel girotondo tieni come una roccia, vai come un vagabondo!
La vita è una prova effimera è sogno da realizzare è palcoscenico è maschera è interpretazione è conquista è essenza è umanità è magia è verità.
La vita è uno spettacolo è riconoscenza è un racconto da condividere è bisogno di ascoltare è delicatezza è carezza è emozione è affetto è un progetto imperfetto.
23/01/2022
(La vita è un progetto prezioso e imperfetto, foriero di limiti da superare e valori da difendere).
Il perdono è uno dei gesti più importanti che possiamo compiere per riuscire a volerci bene incondizionatamente. E anche nel caso in cui perdonare comporta sofferenza e richiede tanto coraggio, concediamo a noi stessi questa possibilità. Soltanto così possiamo recidere ogni legame con chi ci ha ferito e assolvere noi stessi per non essere stati capaci di impedire che qualcuno ci offendesse. Ciò che è accaduto non potrà mai più essere cambiato, ma possiamo liberarci del dolore che ci provoca ogni ricordo. Buttiamo allora via il vecchio e tutto quello che è stato, sgomberiamo il nostro cuore come si fa con ciò che non serve più e che invece teniamo chiuso in una vecchia soffitta. Soltanto così la nostra mente sarà libera di dare spazio a nuovi pensieri, ai sentimenti e a tutte le emozioni che possiamo accogliere. Perché il vero perdono è un atto d’amore verso se stessi e se saremo liberi da ogni risentimento, sentiremo lo stesso smisurato amore verso gli altri. E riusciremo a comprendere che a nulla serve il rancore e che è necessario lasciare andare via il passato se vogliamo andare incontro a ciò che di meraviglioso può arrivare nella nostra esistenza.
Si osserva con terrore! la natura si impone con furore, fa tremare, ogni sicurezza fa tentennare. Terremoto, maremoto, nubifragio, tornado, riducono il pianeta allo stato brado, l’ uomo si era tanto sforzato ne aveva fatto un regno dorato in un istante par tutto sdradicato.
Tasselli di storia colti da una furia vessatoria divengon memoria vacante, il viandante tracotante con voce tremante, incredulo, si chiede chi fosse l’ intrepido gigante.
Case accartocciate zolle rivoltate radici sradicate famiglie provate vite spezzate porte spalancate lacrime versate folle terrorizzate.
L’ uomo è piccolo in cotanta avventura, spesso non tiene conto che il viaggio è una canzonatura, rimane sempre una creatura insicura in una dimora peritura.
05/12/2022 La natura si impone con furore!
( La piccolezza della creatura umana, come essere insicuro che abita in una dimora peritura e instabile)
Siamo soffitte piene di vecchie cianfrusaglie che abbiamo conservato con cura nei momenti in cui pensavamo che il presente fosse talmente effimero da sfuggirci irrimediabilmente, senza lasciarci nulla da ricordare.
Chissà quante volte abbiamo sfogliato le pagine di un libro con la speranza di trovare parole e frasi scritte da coloro che, nel provare stati d’animo simili al nostro, hanno anche provveduto a suggerire il modo per giungere saggiamente ad una loro felice risoluzione.
A volte avvertiamo un senso di impotenza di fronte a ciò che accade tanto che ci sembra di essere simili a quelle foglie che al risveglio, in un grigio mattino d’autunno, si accorgono che il loro verde abito si è oramai colorato di giallo. Esse comprendono così che é arrivato il momento di lasciare per sempre l’albero sul quale sono rimaste per tanti mesi ad osservare il limpido cielo di primavera e a crogiolarsi al caldo sole d’estate.Dopo avere atteso l’attimo in cui inizierà a soffiate il vento di burrasca, trattenendo una lacrima, si lasceranno infine trasportare via inermi, con leggerezza e con l’elegante turbinio del loro volo. Ma proprio nell’attimo in cui si saranno adagiate al suolo, ci sarà la Terra ad accoglierle e, accarezzandole, sussurrerà loro che quello è il momento nel quale, seppure inermi come tutte le altre foglie, dovranno svolgere ancora un importante compito. Esse comprenderanno allora, che ricoprire le zolle durante la più fredda delle stagioni, non significa affatto il sopraggiungere della fine. Sarà proprio grazie a quel calore che tutte insieme riusciranno a donare alla Terra, che ogni singola foglia, seppure rinsecchita, diverrà il presagio di una nuova vita destinata a germogliare nel sottosuolo, nonostante il gelo, fino a che arrivi una nuova primavera.
Ci sono dei luoghi nei quali sentiamo il bisogno di tornare. Angoli di mondo che hanno i colori dei sogni e dal profumo buono che in nessun altro posto riesci a sentire. Paesi e città che ci rileggono ad ogni viaggio pagine della nostra vita, nelle quali rivivere giorni e ritrovare vecchi compagni di viaggio che poi sono partiti per altre destinazioni. Li troveremo sempre lì, ad aspettarci esattamente nello stesso modo dopo avere attraversato lo spazio e il tempo. Con la palpitante trepidazione di chi, attraverso i nostri occhi, riuscirà, come per magia, ad esserci ancora. In quello stesso stupore d’incanto che tutti insieme, nei giorni spensierati, ci ha rapito irrimediabilmente il cuore.
Le parole di conforto pronunciate con il cuore sono come i colori che compongono l’ arcobaleno. Tutti insieme danno vita al più bel sorriso che il cielo regala agli uomini, per donare loro la speranza di giorni sereni dopo aver attraversato le più devastanti tempeste.
Esordi occasionali Conclusioni inaspettate Scene mai viste Voci che narrano storie miste
Che cos’è?
La vita
Strette gelide di mano Vecchi amici e un caffè false cortesie e buffet
Che cos’è?
La vita
Colpi alle spalle Colpi al cuore Delusioni taglienti, profondo dolore.
Che cos’è?
La vita
Braccia che sostengono Affetti che sorreggono Anime che si tormentano
Che cos’è?
La vita
Prigioniera di patimento, giovamento per lo spirito, essenza e sentimento, fermento e lamento, equilibrio che vola via, follia irrazionale storia di un’ opera geniale.
Passerotto solingo sei volato via, sguardo disorientato e spaesato, ti sei voltato e hai spiccato il volo con palpito affannato.
Su quel filo smarrito,non cedere alla tua delicatezza, indossa tenerezza e aleggia nel nuovo scenario con destrezza,le ore di lavoro senza cibo né acqua, non siano sacrificio quando sarai infreddolito e sfinito, con fatica guarda le bellezze del nuovo infinito.
Raggiungi il nido senza perdere l’orienatamento, specchiati nel firmamento, le tue stelle lontane non siano un tormento interiore ma un bagliore che in ogni istante ti abbagliano d’ amore.
Passerotto caduto dal nido guarda l’ orizzonte e non dimenticare le impronte lasciate sul suolo natìo, segui il tuo stuolo, patisci soavemente il duolo e godi il piacere anche nelle giornate nere.
Passerotto caduto dal nido 🌹 09/10/2022 ( A mia figlia)
pH dal web
È con te Il senso è tutto qui amarti e proteggerti Perché sia migliore il tuo domani Comunque ci sarò ad assorbire ogni livido A darti forza in un attimo e mi sentirai vicino…
Capo coperto,occhi da cerbiatto, dolcezza infinita,anima sfinita.
Sei giunta da lontano, ti guardi intorno con un sorriso spontaneo,ti sforzi di comprendere una nuova parola mentre fai da spola.
Non si nota un solo ciuffo sulla tua fronte, sarebbe il ponte tra passato e futuro, sei venuta in una nuova terra squalcita dai ricordi, talvolta ti accasci sui bordi.
Estingui i pensieri e in un batter d’occhio sbatti le ciglia, nascondi gli occhioni neri,aspiri al futuro che sarà sicuro, in un foglio di terra che non è guerra ma pace e bene in un luogo che non ha catene.
Tra qualche anno scoprirai il capo, e vivrai libera nel tepore di una terra ospitale e cordiale,non sarà brutale mostrare la tua bellezza, conserverai la tua cultura sino alla sepoltura, il nuovo paese sarà simbolo di apertura.
Scende la sera, la notte acuisce il canto della civetta, ti tuffi nei ricordi mentre balena un sogno sbiadito, un caldo abbraccio e un tenero bacio ti sussurrano la vita.
I pargoli camminano ancora sulle tue orme, ti abbandoni ai tempi trascorsi, il latrato di quel cane vicino rimembra la realtà che ti offusca la memoria.
Il vociare lontano nel bosco tra gli alberi di castagno, accompagnano ogni pensiero, intingi un dito nell’ inchiostro e sottolinei i momenti belli, tremante con il palmo della mano cancelli quelli mesti.
Respiri aria pura, il cielo, le stelle accapponano ancora la pelle, gli anni scorrono, porti pazienza, prendi fiato e vai lontano, elimini i neri fotogrammi effimeri, squarci le nuove primavere.
È il gioco delle parti,lasciare o restare, come una mantide catturi la pace e hai bisogno di meditare.
Come una mantide. (Il gioco delle parti) 30/08/2022
Non sprofondare in una trappola. Non brancolare nel buio. Non ascoltare chi incenerisce gli altri con metafore.
Non vivere con l’ amaro che non ha futuro. Non ascoltare Parole vuote, Non arrenderti alla disperazione,alimenta la speranza. Non salvare i dissoluti, conforta chi si assume responsabilita’.
Non fare in modo che non ci siano scuse finite nel vuoto. Non trascorrere ore infinite ad immaginare. Non demordere nelle giornate infernali. Non permettere al sonno di non ricucire ogni strappo del giorno precedente.
Non ti fare rovinare la vita. Non competere negativamente. Non perdere la tua strada. Non ti fare devastare dai sensi di colpa. Non cedere alla trappola dei rimorsi. Non scommettere con te stesso. Non ti punire.
Sii folle, vivi la tua vita come una sfida, fa’ che Non sia Mai!
Nei boschi di Gussago, a pochi chilometri da Brescia, viene rinvenuto il cadavere semicarbonizzato di una prostituta. Sul posto giungono il vicequestore aggiunto Remo Zamboni e l’antropologo forense Ermete Di Stefano. La prima cosa che notano è l’insolita posizione del corpo che emula quella dell’uomo Vitruviano, mentre sul collo della vittima spicca un ciondolo votivo raffigurante S. Clemente. Ma non è tutto perché ispezionando la zona, Zamboni scopre delle lettere incise sui tronchi degli alberi che formano la parola Gehinnon. All’inizio gli inquirenti brancolano nel buio, ma non passa molto tempo che il killer si rifà vivo e lascia dietro di sé una lunga scia di sangue. Questo giustiziere uccide le sue vittime inscenando il martirio di Santi, traendo ispirazione da un antico testo risalente al tredicesimo secolo: la “Legenda Aurea ” di Jacopo da Varagine. I media l’hanno soprannominato IL SANTIFICATORE. Dopo accurate ricerche Di Stefano e Zamboni, scoprono che tutti gli omicidi sono collegati tra loro da trascorsi criminali avvenuti negli anni Novanta, dunque la chiave di svolta è sepolta nel passato. “Il Santificatore” è un thriller psicologico dalle sfumature horror gotiche, stilisticamente stratificato e dal ritmo molto serrato. L’ambientazione tetra ed elegante allo stesso tempo, suscita nel lettore molta curiosità, l’autore ci presenta i suoi luoghi d’origine ricchi di arte e storia dove sembra che il tempo si sia fermato. Questo romanzo esercita un potere magnetico fin dalla prima pagina; la storia piuttosto intricata si intreccia con le vite di diversi personaggi a cominciare dal protagonista assoluto: il Santificatore una figura oscura e malvagia che rivelerà la sua vera natura solo alla fine. E così si dimostrano interessanti gli altri protagonisti, capaci di coinvolgerci a tal punto nella loro indagine, di farci sentire parte della loro squadra investigativa. Consiglio vivamente la lettura di questo libro a chi ama il romanzo crudo e diretto dove impera l’eterna lotta tra il bene e il male.
Marcello Antelao, classe 1981, vive in provincia di Brescia. Nel 2009 esordisce con il giallo storico “Whitechapel 1888” pubblicato da Silele edizioni. Nel luglio 2019 pubblica il romanzo fantastico “Sagome Visionarie” Argento Vivo edizioni con cui nel 2020 si è aggiudicato il Trofeo Cassiopea. “Il Santificatore” pubblicato da Arpeggio Libero Editrice (2022) è la prima indagine del vicequestore aggiunto Remo Zamboni.
“Oltre il buio” è una spaventosa traversata nelle tenebre che il lettore compie in compagnia di dieci originali e sconvolgenti racconti horror, dove la morte regna sovrana. Lion, al suo esordio letterario, apre il sipario con la fiaba maledetta “Creature allucinanti. Qui il giovane violinista Russel, si ritrova nel suo vagabondare in una desolata e macabra boscaglia, circondato da esseri malvagi dall’aspetto mostruoso; dovrà fare ricorso a tutta la sua astuzia per cercare di sfuggire a un destino che sembra inevitabile. In “Storia di un serial killer” viene delineata la figura di Mark, un uomo privo di scrupoli dal curriculum inimmaginabile che da perfetto criminale rinnegherà persino l’inferno. In “Spauracchi assassini” il piccolo Sergey, ogni sera si ritrova solo nella sua cameretta a osservare impaurito la fila di pupazzi posti sullo scaffale di fronte; guidati da una forza maligna, questi fantocci inquietanti prenderanno vita e… “I saltimbanchi della morte” narra di una giovane coppia di sposi: Frank e Julia, che diventano genitori di tre gemelli. In verità si tratta di tre ripugnanti mostriciattoli che da loro rifiutati, vengono affidati inizialmente alle cure non proprio “amorevoli ” della nonna; una volta cresciuti, troveranno rifugio in un vecchio Luna Park abbandonato, dove la loro sete di vendetta sarà implacabile. In “Loro” due ragionieri comunali, Pixon e Nixon, trovano in alcune fatiscenti rovine della storica città, un fantomatico manoscritto contenente raccapriccianti segreti (viene proposto un bizzarro episodio realmente accaduto nel 1919). In “Vecchie pietre” si parla di alieni. Questa storia vera è successa nell’oscura Oma-Loma, nel cuore delle valli lomalifere, dove viene riportato un discorso registrato su audiocassetta tra il professor Artur Nolan, specialista in ipnosi e il signor “Jo” unico testimone dell’incontro ravvicinato con questi esseri ; il suo stato mentale ha subito delle gravi e irreversibili ripercussioni. In “Lucy” Ernest, il nostro protagonista, una sera investe accidentalmente con la sua auto una gatta. Ma non una qualunque, infatti la misteriosa targhetta recante il nome Lucy sul collare del felino, rievocherà in lui un passato che credeva ormai dimenticato. “La parte migliore “. Questo è in assoluto il mio preferito: si tratta di una novella in parte autobiografica, dove l’orrore e la poesia si intrecciano in un quadro narrativo dal quale è difficile scindere il certo dal fittizio; si arriva grazie alla sua straripante fantasia a un finale metafisico ultraterreno. Per finire “Buio”. Cosa porta il quindicenne Kevin a un’ irresistibile sete di buio? Qual è il significato della presenza angosciosa delle cornacchie di Dark-Town? Jack Lion sa scrivere storie spaventose ricche di contenuti grazie ai suoi personaggi così ben tratteggiati. Si parla di diversità e di emarginazione, creando il giusto punto d’incontro tra due mondi: l’onirico e il reale, dove in ogni episodio si perde il confine tra il possibile e l’impossibile, tra la follia e l’equilibrio. La narrazione scorre fluida, il testo risulta accurato nei dettagli, molto buone le descrizioni tanto da assumere un carattere cinematografico. In queste creature oggettivamente terrificanti, c’è dell’umano e di conseguenza troviamo anche una certa mostruosità in alcuni esseri umani: spesso quello che sembra non è! In definitiva questa lettura è gratificante per chi desidera vivere un’avventura spettrale, garantendosi quella sana catarsi che solo il genere horror sa offrire. Ognuno di noi ha paura di qualcosa, ciò che può spaventare me non spaventa voi e viceversa, ma di sicuro non vi lascerà indifferenti immergendovi per qualche ora fra le sue pagine.
Al questore di Trento, Fabrizio Gerola, viene fatta recapitare una lettera scritta a mano recante una data molto significativa in riferimento alla scomparsa di Sabrina e Chiara, due ragazzine dodicenni inghiottite nel nulla cinque anni prima.Tutto fa supporre che a scriverla sia stato il loro rapitore, facendo così riaprire ufficialmente il caso rimasto irrisolto. Gerola e la sua squadra studiano attentamente un piano e organizzano nella massima riservatezza una caccia all’uomo che li conduce su indicazione dello stesso autore della lettera a Frassilongo, un paesino di montagna poco distante da Trento. Inaspettatamente l’uomo misterioso si palesa a loro, ma riesce scaltramente a fuggire nei boschi (che conosce come le sue tasche).Sembra solo più una questione di tempo, ma nuovi e inquietanti scenari fanno emergere un’altra verità in un’ indagine ad alto rischio che trascinerà i nostri protagonisti in una spirale di violenza e crudeltà. “La belva di Garait” è un giallo intricato, incentrato sul senso di colpa, sul passato che ritorna più vivido che mai e dove regna l’illusione nell’omicida di farla franca. Il ritmo narrativo incalzante unitamente alla facilità di linguaggio, trascinano chi legge in una discesa graduale verso l’abisso più nero. I personaggi sono ben tratteggiati con i loro pregi e difetti, con quella normalità e voglia di ricercare la verità a tutti i costi. Incominciando dai gemelli De Vecchi: Antonio “lo sportivo” e Alessandro “il raffinato”, due investigatori privati che collaborano come consulenti con la polizia locale, accanto a loro troviamo l’ispettore Michele Zanni, un trentenne timido ma che si è affermato professionalmente grazie anche alla presenza indispensabile di Mara Petrosi, la poliziotta dallo sguardo severo e dall’intuito infallibile; infine lui Fabrizio Gerola, il questore a cui non sfugge mai niente, determinato a risolvere questo cold case che reclama giustizia una volta per tutte. Una storia attuale che racconta il MOSTRO di una piccola realtà di provincia, dove tutti si conoscono e non immaginano minimamente di aver per vicino di casa il carnefice. È proprio nella fragilità della mente umana in cui il bene e il male coesistono che si annida il peccato.Mauro Zanetti si è laureato in Storia del Trentino presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo romanzo “Vellutum, di seta e di altri intrecci ” per I.B.U.C edizioni. “Tracce Parallele” ha segnato nel 2021 il suo esordio con NULLA DIE, seguito da “La belva di Garait”. Elisabetta Bonaudi
“Resta in noi ” è un romanzo intergenerazionale, intenso e duro dove il reale si fonde con l’immaginario, è costruito in un modo particolare, con un registro stilistico variabile: saggistica e narrativa si alternano per focalizzare i temi proposti dall’autrice. Si tratta di un testo impegnato che richiede la giusta dose di attenzione da parte del lettore, vengono analizzati punto per punto alcune questioni che ci riguardano molto da vicino come la pandemia, la crisi economica e sanitaria, la lotta di classe tra le lobby e gli invisibili e per finire le fragilità che minano l’animo di ragazzi e di anziani. Stefania de Girolamo dedica questo libro principalmente ai giovani, portandoci a conoscenza di una nuova pratica di cui sinceramente ignoravo l’esistenza: lo shifting, simile ad un sogno che permette alle persone, attraverso una complessa forma di meditazione, di cambiare la propria realtà durante un apparente stato di trance. Agostino e Eleonora sono i personaggi chiave che ruotano intorno al nostro protagonista Gianluca, un ragazzo problematico e vulnerabile, che trascorre tutta la notte navigando in rete, giocando alla Ps4 e dimenticandosi persino di mangiare e di lavarsi, dedito regolarmente allo shifting, per evadere dalla amara realtà e provare ad essere finalmente felice. Agostino è un signore anziano che dopo una vita trascorsa circondato dall’amore dei genitori, rimasto solo decide spontaneamente di trasferirsi in una casa di riposo. Eleonora è una signora dall’aria misteriosa che appare all’improvviso diventando una di famiglia per lui, solo alla fine si scoprirà chi è veramente. In questo romanzo la solitudine, l’egoismo e l’indifferenza sono anch’essi protagonisti, i personaggi che risiedono tra le pagine sono fondamentali per raccontare uno spaccato di vita così attuale. Termini come “centri di smaltimento” per identificare le rsa, bipedi per descrivere le persone comuni, sono un pugno nello stomaco ma rendono bene l’idea. La tecnica narrativa del flash-forward, la scrittura matura e precisa e le dettagliate descrizioni che caratterizzano l’opera, fanno in modo che il lettore percepisca subito ciò che la scrittrice vuole trasmettere (a mio modesto parere avrei snellito il testo di un paio di pagine perché l’ho ritenuta una lettura esaustiva già da oltre metà romanzo ). Nel complesso è un libro che merita di essere letto perché smuove la coscienza collettiva. Mi è piaciuta molto questa citazione conclusiva che ho voluto riportare: “L’uomo non deve stare solo, gli esseri umani devono stare insieme, lavorare insieme e non per lo stipendio ma per l’altro”. Stefania de Girolamo nasce a Genova, si diploma perito turistico e studia la lingua russa, compiendo poi un lungo viaggio nell’Unione Sovietica. Esordisce nella narrativa con alcuni racconti, poesie e con il romanzo “Insieme ce la faremo”, pubblicato in self-publishing. Con “Stupro. La ragazza sporca” (Edizione del Poggio 2019) tratta il delicato tema della violenza sessuale. Attualmente è editorialista presso “Movimento contro ogni violenza sulle donne”. Elisabetta Bonaudi
Ogni persona prima o poi durante il corso della vita, attraversa delle fasi critiche. Questo è quello che accade a Giorgio, un tretanovenne, sposato con Silvia e padre del piccolo Michele, nonché stimato dirigente. Trovatosi all’improvviso, a causa di una ristrutturazione aziendale, senza lavoro, non sapendo come dirlo a sua moglie, inizia a compiere azioni ” di copertura “, trascorrendo intere giornate al bar o nei centri commerciali. Grazie ad un corso auto-motivazionale, decide che è arrivato il momento di realizzare un suo progetto editoriale lasciato in sospeso da anni e per velocizzare la pubblicazione del suo manoscritto, si firma come Niccolò Ammaniti. Nel frattempo però, avendo a disposizione parecchio tempo libero, ha il sospetto che Silvia lo tradisca col suo caro amico Marcello. Questo fatto innesca in lui una situazione psicologicamente difficile da gestire, sentendosi da un lato sopraffatto dal dolore e contemporaneamente animato dal desiderio di vendicarsi. L’inganno non è solo uno, ma Diego Zilio fa riferimento a più inganni: quello legato alla truffa editoriale, quello riguardante la sfera familiare e quello lavorativo. Il testo è scorrevole, si legge davvero velocemente complice il fatto di voler sapere come va a finire la storia tra i due; una narrazione che procede ad un ritmo costante, grazie anche a un linguaggio semplice e mai banale. L’autore attraverso Giorgio e Silvia, disegna un ritratto perfetto e preciso della coppia in crisi, non ci dice che ipocritamente andrà tutto bene. LEI è una donna di trentasette anni dall’aspetto giovanile e ancora piacente, quella che da adolescente si vantava con le amiche delle sue avventurette sentimentali e che una volta sposata, si è dovuta adattare al ruolo di moglie e mamma modello, rinunciando ad essere se stessa e finendo così per non riconoscersi più. LUI invece è il classico padre di famiglia rispettabile, che dopo aver perso il lavoro viene travolto da un senso di smarrimento, angoscia e frustrazione derivanti dallo spettro della decadenza dello status economico che era abituato ad avere e che lo spingerà a compiere atti eticamente e moralmente discutibili. La crisi personale è spesso un catalizzatore di rinnovamento, tanti sono i cambiamenti che la persona affronta attraverso i successi, i fallimenti, gli amori e le delusioni. Questo è un processo faticoso ma necessario per riprendere in mano la propria vita, cosa che i nostri protagonisti faranno. L’ho trovato un romanzo completo ed intenso, che porta a fare le dovute riflessioni su chi siamo e cosa vogliamo veramente. Diego Zilio, padovano, classe 1980, laureato in lettere e filosofia, giornalista di professione collabora con “Il Mattino” quotidiano della sua città. Ha pubblicato con Panda Edizioni nel 2010 “L’undicesimo pensiero “, una raccolta di racconti, così come “Paris brucia” (Alcheringa 2013). Sempre con Panda Edizioni ha scritto il suo primo romanzo “L’unico giorno del mondo “. “L’inganno” è il suo quarto libro di narrativa, uscito nel 2021 edito da Castelvecchi. Elisabetta Bonaudi