La belva di Garait di Mauro Zanetti, recensione di Elisabetta Bonaudi

Al questore di Trento, Fabrizio Gerola, viene fatta recapitare una lettera scritta a mano recante una data molto significativa in riferimento alla scomparsa di Sabrina e Chiara, due ragazzine dodicenni inghiottite nel nulla cinque anni prima.Tutto fa supporre che a scriverla sia stato il loro rapitore,  facendo così riaprire ufficialmente il caso rimasto irrisolto. Gerola e la sua squadra studiano attentamente un piano e organizzano nella massima riservatezza una caccia all’uomo che li conduce su indicazione dello stesso autore della lettera a Frassilongo, un paesino di montagna poco distante da Trento. Inaspettatamente l’uomo misterioso si palesa a loro, ma riesce scaltramente a fuggire nei boschi (che conosce come le sue tasche).Sembra solo più una questione di tempo,  ma nuovi e inquietanti scenari fanno emergere un’altra verità in un’ indagine ad alto rischio che trascinerà i nostri protagonisti in una spirale di violenza e crudeltà. “La belva di Garait” è un giallo intricato, incentrato sul senso di colpa, sul passato che ritorna più vivido che mai e dove regna l’illusione nell’omicida di farla franca. Il ritmo narrativo incalzante unitamente alla facilità di linguaggio, trascinano chi legge in una discesa graduale verso l’abisso più nero. I personaggi sono ben tratteggiati con i  loro pregi e difetti,  con quella normalità e voglia di ricercare la verità a tutti i costi. Incominciando dai gemelli De Vecchi: Antonio “lo sportivo” e Alessandro “il raffinato”, due investigatori privati che collaborano come consulenti con la polizia locale,  accanto a loro troviamo l’ispettore Michele Zanni,  un trentenne timido ma che si è affermato professionalmente grazie anche alla presenza indispensabile di Mara Petrosi, la poliziotta dallo sguardo severo e dall’intuito infallibile; infine lui Fabrizio Gerola, il questore a cui non sfugge mai niente, determinato a risolvere questo cold case che reclama giustizia una volta per tutte. Una storia attuale che racconta il MOSTRO di una piccola realtà di provincia, dove tutti si conoscono e non immaginano minimamente di aver per vicino di casa il carnefice. È proprio nella fragilità della mente umana in cui il bene e il male coesistono che si annida il peccato.Mauro Zanetti si è laureato in Storia del Trentino presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo romanzo “Vellutum, di seta e di altri intrecci ” per I.B.U.C edizioni. “Tracce Parallele” ha segnato nel 2021 il suo esordio con NULLA DIE,  seguito da “La belva di Garait”. Elisabetta Bonaudi 

Recensione di Riccardo Landini redatta da Elisabetta Bonaudi.

Certo che per Astore Rossi non c’è mai pace, guai in vista in questo quarto episodio, che tra addii e ritorni inattesi, lo vedono al centro di una nuova avventura dove nulla è lasciato al caso e tutto ha una spiegazione. Il nostro solitario restauratore di mobili, da poco diventato padre del piccolo Jacopo, cerca di riprendere in mano la sua vita dopo la burrascosa fine della relazione con Anthea; lui che ha sempre vissuto ai margini per celare un segreto che continua a persegiutarlo da anni ed è proprio da questo suo travagliato passato che tutto ha di nuovo inizio. Un “suo” biglietto da visita, trovato accanto al cadavere di Alessandro Cellini, sua vecchia conoscenza, lo accosta alla tragica morte di questi, malgrado ne sia completamente ignaro. Inquietanti e minacciosi avvertimenti, nonché la presenza di misteriosi figuri che gli gravitano attorno, lo costringono a fare chiarezza cercando di ricomporre il puzzle, ma il gioco si fa più duro del previsto e il mistero s’infittisce. Questo noir per le atmosfere cupe, ambientato tra la pianura Padana e l’Appennino bolognese, è ben congegnato perché non si riesce a capire da dove possa arrivare il pericolo ed è anche molto accattivante per la parte psicologica che caratterizza i personaggi: a partire dallo stesso Astore che nutre un certo sentimento di rimpianto nei confronti di suo figlio e dall’altra parte la forte attrazione per il lato estremo e oscuro del suo antagonista. Lo stile ineccepibile di Landini, la trama molto avvincente, l’intreccio interessante tra la ricerca della verità e la voglia di rivalsa, uniti ad un ritmo narrativo che segue la velocità degli eventi, ne fanno una storia trascinante e spietata che regala al lettore sorprese incredibili. La tensione è palpabile fin dall’inizio e tiene inchiodati alle pagine; se amate risolvere i rompicapi e cercate una narrazione fuori dai soliti schemi, questo è il thriller che fa per voi. Tengo inoltre a precisare che essendo il quarto libro su Astore Rossi, questo non implica necessariamente al lettore di seguire l’ordine cronologico perché lo scrittore fa un esauriente riepilogo degli avvenimenti accaduti in precedenza. Se però avete piacere di conoscere nei dettagli le sue avventure passate, vi consiglio tutta la raccolta: “Il giallo di via San Giorgio” (2019), “Il giallo della villa abbandonata” (2020) e “Il giallo del paese maledetto” (2021) tutti pubblicati da Newton Compton Editori.  Elisabetta Bonaudi 

“La vita sempre più tragicomica ” di Gabriele Giuliani… recensione di Elisabetta Bonaudi!

Gabriele Giuliani, autore versatile, sagace e ironico, dopo l’uscita nel 2019 della sua prima raccolta di racconti “La vita tragicomica “, torna in grande spolvero con quindici nuove storie bizzarre ma autentiche che vedono protagonisti gli eroi invisibili della nostra società, quelli che incontriamo tutti i giorni per le strade, considerati “gli eterni secondi ” ma che non rinunciano a lottare.
La surrealtà è l’elemento dominante nel libro, tratti tipicamente grotteschi nei suoi racconti rivelano gli aspetti contraddittori e inaspettati di una verità nascosta dentro l’apparenza, che contribuiscono a creare un senso di appartenenza comune, cosa che ho riscontrato nella sua prima storia “Il biglietto della lotteria “.
Qui viene narrata la vicenda di Giacomo Nardella, contabile per una ferramenta e sposato da vent’anni con Roberta, cassiera di un supermercato, che un giorno per caso compra un biglietto della lotteria e vince cinque milioni di euro.
Questo fatto inaspettato stravolgerà completamente la sua vita.
Se capitasse a voi una cosa del genere come reagireste?
Giuliani, stilisticamente parlando, fa riferimento ai grandi nomi della letteratura italiana come Pirandello, Calvino e Buzzati.
Leggendo tra le righe è quasi impossibile non porsi delle domande sugli aspetti più intimi dell’animo umano, quello che ho fatto subito dopo aver letto “La mia amata bicicletta rossa “, in cui il protagonista ripercorre con nostalgia passo dopo passo tutte le fasi più importanti della sua vita legate alla sua bicicletta; un racconto così poetico e struggente da aver immaginato Charlie Chaplin pedalare su quella amata bicicletta rossa.
La sua scrittura è lineare, precisa e fresca, capace di catturare sin dalla prima pagina l’attenzione del lettore: più che racconti li definirei piccoli capolavori letterari.
Lo stile inconfondibile, le tematiche espresse in modo così inusuale, l’uso della metafora pirandelliana sull’identità e la fuga da sé stessi e il saper fondere realtà, surrealtà e metanarrativa insieme, ossia parlare dei suoi libri all’interno del testo stesso, ne fanno un’opera unica nel suo genere.
Questi personaggi riescono persino a strapparci un sorriso ma, cosa ben più importante, ci fanno riflettere sulle loro e nostre problematiche esistenziali senza tuttavia deprimerci.
“La vita sempre più tragicomica ” è un libro che stupisce, quello che rileggerete e che porterete per sempre nel vostro cuore, perché in fondo la vita di ognuno di noi è tragicomica!
Gabriele Giuliani, romano, si è laureato in Scienze dell’Educazione, lavora nel campo della formazione e come editor, da poco ha aperto con alcuni soci un’agenzia letteraria. Attualmente vive in Umbria.
Per chi volesse approfondire la sua scrittura vi consiglio di leggere il suo primo romanzo “Il giorno prima delle nozze ” del 2018 (ripubblicato e disponibile ora solo su Amazon) a seguire la raccolta di racconti surreali “La vita tragicomica ” (Augh! Edizioni 2019), nel 2020 è uscito il suo secondo romanzo “Il palazzo dei sette portoni ” ( Bertoni editore) e infine nel 2021 la sua seconda antologia di racconti “La vita sempre più tragicomica ” (Augh! Edizioni).
Elisabetta Bonaudi

“L’ inganno” di Diego Zilio… recensione di Elisabetta Bonaudi!

Ogni persona prima o poi durante il corso della vita, attraversa delle fasi critiche. Questo è quello che accade a Giorgio, un tretanovenne, sposato con Silvia e padre del piccolo Michele, nonché stimato dirigente.
Trovatosi all’improvviso, a causa di una ristrutturazione aziendale, senza lavoro, non sapendo come dirlo a sua moglie, inizia a compiere azioni ” di copertura “, trascorrendo intere giornate al bar o nei centri commerciali.
Grazie ad un corso auto-motivazionale, decide che è arrivato il momento di realizzare un suo progetto editoriale lasciato in sospeso da anni e per velocizzare la pubblicazione del suo manoscritto, si firma come Niccolò Ammaniti.
Nel frattempo però, avendo a disposizione parecchio tempo libero, ha il sospetto che Silvia lo tradisca col suo caro amico Marcello.
Questo fatto innesca in lui una situazione psicologicamente difficile da gestire, sentendosi da un lato sopraffatto dal dolore e contemporaneamente animato dal desiderio di vendicarsi.
L’inganno non è solo uno, ma Diego Zilio fa riferimento a più inganni: quello legato alla truffa editoriale, quello riguardante la sfera familiare e quello lavorativo.
Il testo è scorrevole, si legge davvero velocemente complice il fatto di voler sapere come va a finire la storia tra i due; una narrazione che procede ad un ritmo costante, grazie anche a un linguaggio semplice e mai banale.
L’autore attraverso Giorgio e Silvia, disegna un ritratto perfetto e preciso della coppia in crisi, non ci dice che ipocritamente andrà tutto bene.
LEI è una donna di trentasette anni dall’aspetto giovanile e ancora piacente, quella che da adolescente si vantava con le amiche delle sue avventurette sentimentali e che una volta sposata, si è dovuta adattare al ruolo di moglie e mamma modello, rinunciando ad essere se stessa e finendo così per non riconoscersi più.
LUI invece è il classico padre di famiglia rispettabile, che dopo aver perso il lavoro viene travolto da un senso di smarrimento, angoscia e frustrazione derivanti dallo spettro della decadenza dello status economico che era abituato ad avere e che lo spingerà a compiere atti eticamente e moralmente discutibili.
La crisi personale è spesso un catalizzatore di rinnovamento, tanti sono i cambiamenti che la persona affronta attraverso i successi, i fallimenti, gli amori e le delusioni.
Questo è un processo faticoso ma necessario per riprendere in mano la propria vita, cosa che i nostri protagonisti faranno.
L’ho trovato un romanzo completo ed intenso, che porta a fare le dovute riflessioni su chi siamo e cosa vogliamo veramente.
Diego Zilio, padovano, classe 1980, laureato in lettere e filosofia, giornalista di professione collabora con “Il Mattino” quotidiano della sua città.
Ha pubblicato con Panda Edizioni nel 2010 “L’undicesimo pensiero “, una raccolta di racconti, così come “Paris brucia” (Alcheringa 2013). Sempre con Panda Edizioni ha scritto il suo primo romanzo “L’unico giorno del mondo “.
“L’inganno” è il suo quarto libro di narrativa, uscito nel 2021 edito da Castelvecchi.
Elisabetta Bonaudi

Recensione di…MARIA ELISA GUALANDRIS

MARIA ELISA GUALANDRIS è stata recensita da Leonarda Brancato…

Leonarda Brancato

Biografia…

Leonarda Brancato

Leonarda Brancato è nata a Palermo nel 1969, si è laureata in Beni Demoetnoantropologici, vive e lavora a Ciminna (PA), come Responsabile Bibliotecaria della locale Biblioteca Comunale “Francesco Brancato”.
Nel 2016 ha ricevuto il Premio “Mario Attilio Levi” di Benemerito della Cultura e dell’Arte per il suo impegno socio-culturale.
Nel 2017 ha pubblicato per la Casa Editrice Thule il volume “Il corpo, i segni, le parole. Medicina Rituale Tradizionale e Magia popolare a Ciminna ieri e oggi”.
Nel 2017 ha ricevuto importanti riconoscimenti: Il Premio Nazionale di Lettere, Arti e Scienze Umane “Maria Vassallo” per la Sezione Etnoantropologica; il Premio Internazionale della Cultura “Salvator Gotta” per la Sezione Antropologia Culturale; il Premio “La Campana di Burgio”; l’Encomio Speciale “Aurora Termitana”; il Titolo Onorifico di Accademico” per la Ricerca Antropologica da parte dell’Accademia Siciliana Cultura Umanistica;
Nel 2018 ha ricevuto il Premio Identità e Cultura “Vincenzo Mortillaro” per la Ricerca Etnostorica;
Nel 2021 ha pubblicato, sempre per la Casa Editrice Thule, il volume “Santi, Miti e Bastoni. Il rito della ‘Ntinna ciminnese e la beffa dell’eroe”; è stata insignita dall’Accademia di Sicilia del Premio Internazionale “Universo Donna” a riconoscimento dei meriti profusi a favore dell’impegno umano e culturale.
Nell’aprile del 2021 ha fondato, in collaborazione con la Dott. ssa Marilù Murra, il Gruppo “Tertuliaweb Leomar” che, avvalendosi dei canali social presenti in rete, ha tra i suoi scopi la promozione della lettura e della divulgazione dei libri, oltre ad avere la finalità di promuovere la conoscenza dell’arte, della natura e della cultura in genere.

Recensione di

NELLE SUE OSSA”
DI
MARIA ELISA GUALANDRIS


Generi: Gialli Noir
Editore: BookaBook
Collana: Narrativa
Formato: Brossura
Pubblicato: 04/03/2021
Pagine: 311
Lingua: Italiano

Biografia…


E’ laureata in Filosofia all’Università Cattolica di Milano, vive sul Lago Maggiore ed è una giornalista professionista. Scrive di cronaca nera e giudiziaria per diversi media locali. Ogni mattina conduce il programma “Giornale e Caffè” su Rvl La Radio. Nel 2016 ha creato il blog I libri di Meg per condividere la sua passione per la lettura. È stata finalista al concorso “GialloStresa” nel 2013 con il racconto “Pesach”, pubblicato nell’antologia Giallolago (Eclissi). “Nelle sue ossa” è il suo primo romanzo.


Trama…


Nella cantina di una villa sul lago vengono trovate ossa umane. Sono lì da almeno quarant’anni e nessuno ha idea di chi possano essere. La giornalista Benedetta Allegri si imbatte nel caso e spera che possa essere l’occasione per rilanciare la sua precaria carriera. Aiutata dall’affascinante commissario Giuliani e osteggiata dall’ambizioso pm Zanzi, scopre che le ossa sono di Giulia Ferrari, una studentessa scomparsa nel 1978 e che nessuno aveva mai veramente cercato.
La procura vuole archiviare il caso, dando la colpa al fidanzato di Giulia, un giovane idealista con dubbie frequentazioni. Benedetta, però, capisce che la sua tranquilla cittadina di provincia nasconde molti e segreti ed è pronta a tutto pur di giungere alla verità e far ottenere giustizia a Giulia. Aiutata dagli amici, Viola, brillante avvocato, e Francesco, impresario funebre, dovrà trovare il coraggio di affrontare i propri fantasmi e i problemi sentimentali con il fidanzato, Andre.

Giuliani sorride con i suoi denti bianchissimi e non risponde. Camminiamo in silenzio.
– “Veramente una donna bella e in gamba come te vive sola?” mi chiede quando siamo a due passi dal portone. Ormai mi sto abituando ai suoi complimenti. E i due liquori mi infondono una piacevole sensazione di beatitudine.
“Sì, ed è proprio vivere da sola che mi permette di mantenermi “bella e in gamba” come dici tu” scherzo e, mentre lo saluto, mi chiudo dietro il portone.
Anche se l’ho lasciato fuori, mi rendo conto di avergli sorriso un po’ troppo e di non avergli detto che il fatto che vivo sola non significa che non sia impegnata.”



Personaggi

Diversi personaggi ruotano intorno a Benedetta, la nostra intraprendente giornalista. La sorella, che sta vivendo un momento di particolare tensione con il marito; i suoi amici più intimi, anch’essi alle prese con la loro vita, in cui insoddisfazione e incertezza sono in agguato; le persone che sono coinvolte nelle indagini, che permetteranno a Benedetta di togliere i veli che oscurano la vicenda sulla quale sta indagando. Ed infine, il commissario Giuliani, affascinante e misterioso, che le fa la corte e al tempo stesso cerca di tenerla alla larga dalle indagini.

Recensione…


Nelle sue ossa, edito da Bookabook, fa parte di un’interessante iniziativa di crowdfunding, formula innovativa attraverso la quale, preordinando il volume, tutti i lettori possono contribuire alla pubblicazione di esso.
Un romanzo molto vicino alla realtà, alla contemporaneità. Il lettore nel breve giro di poche pagine comprende subito che la storia che lo sta coinvolgendo è quella di tanti giovani trentenni di oggi, alle prese con lavori sempre più precari e una vita sentimentale, a cui si vorrebbe dare un futuro, trasformandola in una famiglia
Precaria come loro, anche la protagonista Benedetta Allegri, giovane e talentuosa cronista di un giornale online locale, che a partire da un ritrovamento di ossa nello scantinato di una villa sul lago, diventa la protagonista di una rocambolesca avventura. Con lei sulla scena si affacceranno tanti volti, alcuni buoni, altri meno che in un modo o nell’altro intrecceranno le loro esistenze con la sua.
Siamo nel comune di Verbania e proprio nella sua città Benedetta, in fase di stallo sentimentale e lavorativo, si imbatte nel caso di Giulia Ferrari, una giovane studentessa, scomparsa senza lasciare tracce nel lontano 1978.
Nonostante la città sia citata direttamente solo all’inizio assieme a Pallanza, una sua frazione, l’ambientazione del racconto sul Lago Maggiore crea un’atmosfera molto suggestiva. E’ il lago, con la sua presenza sempre quieta, che ci accompagnerà come un vecchio amico attraverso le trecento pagine di questo romanzo la cui trama coinvolge fin dalle prime pagine.
La storia scorre benissimo e si legge in poco tempo e lascia un piacevole ricordo.
Perfetto per gli appassionati di gialli ma sicuramente gradevole per ogni lettore che si rispetti e per chi vuole qualche brivido da portarsi comodamente in vacanza,
il giallo risulta molto accattivante anche perché la sua soluzione non è così semplice come la procura tenderebbe a far credere in un primo momento.
Una storia bella, scritta con cura, con un linguaggio che non dà spazio a fronzoli, né tantomeno a espressioni forti, per non dire volgari. Un romanzo scritto come si usava una volta, per arrivare dritto al punto e al cuore dei suoi lettori.
L’autrice, Maria Elisa Gualandris, ha saputo amalgamare tutti quegli ingredienti che purtroppo caratterizzano molti dei casi di cronaca nera e renderli vivi all’interno di una vicenda che assume i contorni del giallo. Un mistero sepolto da quarant’anni scatena un domino di situazioni ed emozioni, stravolgendo l’esistenza di tutti i personaggi del romanzo.
Il risultato finale è un bel thriller, dove tensione e realtà di mescolano a danno vita ad un libro che si legge molto bene, che incuriosisce e che riesce anche a scendere nell’intimità della sua protagonista.
Un romanzo che è anche una sorta di diario, raccontato in prima persona e capace di scendere dentro alla vita di una giovane donna, che combatte per difendere il suo lavoro, per essere indipendente e per capire qual è la direzione che deve prendere la sua vita.
Insomma, la Gualandris ha fatto un ottimo lavoro! Se immaginiamo che questo sia solo uno dei tanti casi che la giornalista potrebbe risolvere, Benedetta Allegri potrebbe diventare la protagonista di una serie di romanzi dai quali (perché no!) trarre anche spunto per la realizzazione di una serie TV!

Link d’acquisto: Amazon👇

https://www.amazon.it/dp/B08XZ59P5K/ref=cm_sw_r_wa_apan_glt_D11QTMDJDB6NS2S1HRRF